Appennino, vivere in montagna non può diventare una colpa
Lunedì mattina una donna incinta, residente a Vidiciatico, accusando dolori ed essendo al termine della gravidanza, ha chiamato il 118 ma ha dovuto aspettare 40 minuti prima di essere portata in ospedale.
E’ stata infatti prima attivata l’ambulanza da Gaggio e l’auto medica da Marano di Gaggio, poi l’auto medica sarebbe stata bloccata dalla sala operativa che avrebbe preferito mandare l’elisoccorso. Ma l’elisoccorso dopo venti minuti di attesa non è riuscito ad arrivare e così è stata riattivata l’auto medica.
Insomma, un altro calvario per una partoriente la cui unica colpa è quella di risiedere in montagna. In questi anni, dalla chiusura nel 2014 del punto nascita di Porretta Terme, sono stati tanti i casi di parti in ambulanza nel trasporto verso il Maggiore. Vivere in Appennino non può essere una colpa e nemmeno un’emergenza.
La Regione Emilia-Romagna ha creato cittadini di serie A e di serie B. Il punto nascita di Porretta deve essere riaperto così come quelli di Pavullo, Castelnovo Monti e Borgotaro. I cittadini della montagna meritano gli stessi servizi di chi risiede in Città: è questo l’impegno prioritario che come centrodestra unito assumeremo in caso di vittoria già a partire dal 27 gennaio.