Bonaccini nega, ma il tessuto economico è in sofferenza
La fotografia di Confesercenti sulla crisi dei consumi e sul ridimensionamento della rete commerciale dei centri urbani dell’Emilia-Romagna è l’indice di quanto nella nostra Regione ci sia ancora da fare per il tessuto economico e che non siamo davanti a una situazione tutta “rose e fiori” come Bonaccini vorrebbe far credere. Confesercenti, giustamente e legittimamente, chiede un tavolo di confronto, per ridurre la pressione fiscale che pesa come un macigno sulle tante attività che, a gran fatica, rivitalizzano i nostri centri. Chiedono interventi per ridurre il carico della Tari che sta generando enormi problemi per le imprese turistiche e il settore della ristorazione.
I dati sono impietosi: dal 2009 al 2019 il commercio al dettaglio ha fatto registrare un calo di 3980 imprese di cui 3172 ditte individuali. A soffrire sono soprattutto i preziosissimi negozi di vicinato che diventano ancor più fondamentali nelle aree periferiche o marginali come quelle della montagna, dove i negozi stanno pressoché sparendo. In questi anni la Regione ha fatto ricorso a pochi palliativi, “contentini” e interventi spot che non hanno prodotto risultati sul lungo periodo. Perché, adagiandosi sul mantra dell’eccellenza, il Pd ha dimostrato di non avere una visione di insieme e una proposta di tipo strutturale.
Agli emiliano-romagnoli, alle prossime elezioni regionali, chiediamo un atto di fiducia verso il centrodestra unito per dire basta ai governi delle tasse e della decrescita felice, ai governi che si reggono sugli slogan e sottovalutano le storie delle migliaia di piccole e medie imprese che, sul nostro territorio fanno la vera differenza. Perché, come diciamo sempre, se l’Emilia-Romagna è una grande terra, di lavoro e di impresa, non è “grazie” al Pd, ma “nonostante” il Pd.
Lo dichiara Anna Maria Bernini, presidente dei senatori di Forza Italia.